Il Ritratto nella Storia
Il ritratto è sempre stato una tipologia di dipinto affascinante per gli artisti di tutti i tempi.
Prima della comparsa della fotografia si era soliti eseguire ritratti nelle occasioni importanti con l’obiettivo di immortalare eventi e persone della nostra vita.
Nell’antichità il ritratto era riservato ai grandi personaggi e venivano realizzati busti e mezzi busti in marmo, che raffiguravano la fisionomia della persona con gran cura dei dettagli. Durante il Medioevo, invece, le raffigurazioni erano principalmente dedicate alle figure sacre, che venivano raffigurate in grandi proporzioni nelle tele, mentre i committenti venivano raffigurati in miniatura.
Nel corso dei secoli lo sguardo dell'artista è cambiato dando vita a soluzioni nuove e sorprendenti, passando per la pittura rappresentativa, realistica e astratta, dando al ritratto un grande valore aggiunto come rappresentazione dell'essenza interiore del personaggio: l’arte viene vista come indagine di ciò che sta al di sotto dell'apparenza in ricerca di una realtà interiore.
La centralità dell'uomo nell'Umanesimo
Il ritratto, così come lo conosciamo oggi, nasce nel Quattrocento quando l’uomo comincia a rivestire nuovamente un ruolo centrale, come soggetto autonomo. Il ritratto diventa così una rappresentazione più diffusa, incontrando anche la Borghesia, e viene visto come uno status symbol.
I soggetti erano ritratti in maniera realistica nel loro ruolo sociale e posavano sempre in maniera signorile. Apparvero, così, nei ritratti anche le donne, non più come rappresentanti dell’ideale di bellezza, ma come persone con caratteristiche proprie.
La pittura fiamminga
Fu l'arte delle Fiandre a dare vita al ritratto realistico con una nuova postura del personaggio raffigurato: la posa a tre quarti, che permetteva di dar vita ad una profonda analisi fisica e psicologica del personaggio.
Le influenze fiamminghe si sentirono anche in Italia portando i pittori a concentrarsi sui tratti somatici e peculiari dei loro soggetti.
All'inizio del Cinquecento le trasformazioni accelerarono, grazie alle ricerche di artisti come Leonardo, Raffaello, Giorgione, Tiziano, che fecero scuola alla pittura rinascimentale.
In quel periodo si diffuse anche il ritratto ufficiale, con il sovrano a cavallo o sul trono, diventando una moda in tutta Europa. Raffaello fu un maestro del ritratto aulico e idealizzato, mentre Leonardo si concentrava sulla percezione psicologica del soggetto.
Nel Nord Europa la ritrattistica assumeva connotazioni proprie: forte capacità di indagine e minuziosità quasi ossessiva.
Dürer diede inizio alla tradizione dell'autoritratto allo specchio, che è per l'artista un mezzo per conoscersi meglio ed esplorarsi, e all'osservatore permette di riflettersi nella figura che osserva, trovando delle somiglianze
Il gusto Neoclassico
Nel Settecento il gusto neoclassico si proiettava anche nei dipinti, che divennero caratterizzati da tonalità chiare e luci limpide, linee semplificate e pulite, tratti somatici equilibrati e idealizzati, con richiami all'arte greca. Grandi artisti di questo stile furono Antonio Canova, Ingres e Jacques-Louis David.
Entravano nei dipinti anche i soggetti comuni, ritratti in composizioni pittoresche e dallo stile popolare. Questi personaggi non erano committenti dell'opera, ma attiravano l'attenzione dell'artista che voleva esplorare la varietà degli esseri umani.
Il ritratto moderno e l'influenza della fotografia
Nell'Ottocento i ritratti si diversificano nella corrente “classica”, sulle orme di David; nella corrente “romantica”, di Delacroix, e in quella politica di Courbet. L'invenzione della fotografia aprì nuovi scenari nella ritrattistica, che divenne sperimentazione di luci e colori, dell'espressione del subconscio mentale e delle visioni personali. Il “sé interiore” torna al centro del ritratto e si trova al di sopra della rappresentazione oggettiva della fisionomia.
Un'opera ricordata da molti come rappresentativa dell'epoca è Windflowers, datata 1902, dell'artista John William Waterhouse. L'opera mostra un paesaggio fiorito nel quale è presente una giovane donna, posta di spalle al vento che soffia e avvolta da vestiti vaporosi. Waterhouse è un maestro nella rappresentazione del movimento e delle emozioni che raffigura in modo impeccabile sui visi dei suoi personaggi.